“Consigliare e supportare la Cei, i Vescovi e i superiori maggiori nella promozione della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili; promuovere e accompagnare le attività dei Servizi Regionali e Interdiocesani per la Tutela dei Minori; studiare e proporre contenuti informativi e formativi, oltre che strumenti operativi, per consolidare nelle comunità ecclesiali una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei luoghi ecclesiali frequentati dai minori, sensibilizzare tutti gli operatori pastorali e prevenire ogni forma di abuso; fornire informazioni, indicazioni pratiche, protocolli procedurali e quant’altro necessario”.
Sono i compiti del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori contenuti nel Regolamento reso noto oggi e approvato dal Consiglio permanente che si è riunito a Roma dal 14 al 16 gennaio. La struttura del Servizio, che opera in collegamento con gli Uffici e i Servizi della Cei e in collaborazione con la Pontificia Commissione per la tutela dei minori, è composta da un presidente e un coordinatore, il cui incarico è quinquennale e rinnovabile consecutivamente una sola volta; un Consiglio di Presidenza, costituito da sette membri che durano in carica cinque anni rinnovabili; una Consulta nazionale composta da: un rappresentante della Conferenza italiana dei superiori maggiori e una dell’Unione superiore maggiori d’Italia; un rappresentante della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali; i coordinatori dei Servizi Regionali e Interdiocesani per la tutela dei minori; gli esperti nominati dalla Presidenza della Cei su proposta del presidente del Servizio.
I membri durano in carica cinque anni e possono essere confermati consecutivamente una sola volta. La Consulta si riunisce in seduta plenaria almeno due volte all’anno.